Nicola De Marinis, fotografo professionista
Nato a como nel 1961
Fotografo professionista, ha iniziato ad eseguire reportage di viaggi-avventura in moto nel deserto del Sahara per riviste specializzate, spaziando anche nella fotografia pubblicitaria e sociale.
Nel 1988 si diploma in fotografia presso l’istituto superiore di architettura e design a Milano.
Il suo primo reportage pubblicato, risale al 1988, dal titolo “ Turchia, il senso della storia“,8.400 Km in Moto attraverso la Turchia per Editore Edisport Milano. Sempre nel 1988 pubblica per la rivista Vetrina – Rivista Dell’arte Espositiva per Sapil Editrice Milano ,fotografie sulle vetrine di Via Monte Napoleone A Milano
Marco Cambiaghi (giornalista) racconta Nicola De Marinis
M.C –In un lavoro del genere l’essere stato un paracadutista, prima civile poi militare, aiuta, come mi ha ben potuto raccontare Nicola quando una mattina lo sono andato a trovare nel suo studio. Foto cariche di pathos ci circondano nella nostra discussione, foto di viaggi, ma soprattutto sull’Africa, dove Nicola si è recato parecchie volte.
Le avventure di cui mi parla sono parecchie e per la maggior parte parlano di moto, una sua grande passione, deserti, incidenti, caserme e frontiere. Dopo aver attraversato gli Stati Uniti con qualsiasi mezzo potesse portarlo da New York fino in California nel 1982, il primo grande viaggio in moto è stato in Turchia fino al confine Siriano nel lontano 1987, dove su quel viaggio Nicola fece il suo primo reportage dal titolo “Turchia il senso della storia” pubblicato su una nota rivista di settore nel 1988.
N.D – Nel 1988 sono andato per la prima volta in Africa e da lí é nata la mia passione per i deserti e i viaggi in solitaria in moto, iniziando collaborazioni con riviste di settore per la pubblicazione dei servizi fotografici.
M.C – Quando é iniziata la passione per la fotografia?
N.D – Ho iniziato a maneggiare macchine fotografiche all’etá di 10 anni. A 14 anni ho partecipato a un concorso fotografico su “Le antiche cascine del paese di Gandate” e ho vinto il primo premio confrontandomi con concorrenti adulti.
Vent’anni, il “bivio”
N.D – A 16 anni ho conseguito il brevetto di paracadutista sportivo e dopo la scuola d’Arte, a 19 anni, mi sono arruolato volontario nei Reparti Militari Paracadutisti nella Folgore presso la Scuola Militare di Paracadutismo di Pisa e avendo già il brevetto di paracadutista, per un certo periodo mi hanno aggregato a Livorno al 9° Reparto Incursori Paracadutisti, ovvero le “Forze Speciali”. Era il 1981, ricordo un giorno durante un lancio d’addestramento, atterrato al punto di recupero, notai sulla tuta di un Sergente Maggiore il nome “P. Nespoli” e dissi al sottoufficiale, “Maggiore, ma Nespoli è un cognome Brianzolo!”, P.N – “Certo, sono di Verano Brianza e tu….?” Era il giovane Paolo Nespoli che trent’anni dopo sarebbe poi diventato il famoso Astronauta. Alla fine dell’anno di leva, tornato alla scuola militare a Pisa, insieme ad un altro commilitone, fummo gli unici due militari di quell’anno ad avere l’opportunità di entrare a far parte nei reparti militari del “ R.U.D” a Roma. Ricordo che gli ufficiali arrivati dalla capitale mi dissero: “Guardi che il treno passa una volta sola”.
N.D Forse doveva andare così. Per un insieme di motivi non accettai la proposta ma non nascondo che, oggi a distanza di anni, a volte penso ancora a quell’opportunità. Congedatomi, mi iscrissi a una scuola di fotografia a Milano, all’Istituto Superiore di Architettura e Design e come docente ebbi la fotografa Luciana Mulas.
Nel 1985 eseguii il mio primo servizio fotografico di matrimonio.
Alternavo i reportage di viaggi ai servizi di matrimoni e con il tempo, anche questo tipo di foto si é evoluta, subendo l’influenza dei miei viaggi, sull’istantaneità dell’immagine acquisita nei servizi fotografici sul sociale. Posso tranquillamente fregiarmi di aver dato una svolta nello stile delle foto per matrimoni con un’impronta personale a reportage, andando un po’ controcorrente.
Ho sempre usato il formato “Leica”, ricordo ancora il primo servizio fotografico di matrimonio, ero ad Assisi nel 1985. Mentre fotografavo gli sposi in giro per la città, turisti Giapponesi fotografarono me e gli sposi e io fotografai entrambi, tutto in movimento, in manuale e in pellicola. Oggi, grazie al digitale e al photoshop, molti fotografi che, si limitano alle foto da matrimonio, hanno adottato più o meno questo stile, ma il vero reportage è un’altra cosa.
M.C – Nicola, che ricordo hai delle foto dei matrimoni?
N.D- Non rinnego che mi sono divertito, poi imponevo il mio stile; o prendere o lasciare, rifiutavo il lavoro se volevano le classiche foto, ma poi inevitabilmente la mia clientela si auto selezionava. Ricordo che ai tempi, nelle fiere di settore, le mie foto suscitavano molto interesse e consensi, ma per rispondere alla tua domanda iniziale, cito una frase celebre di un famoso film di fantascienza “Ho vito cose che voi umani non potreste immaginarvi”.
Nel 1991 con un amico, anch’egli fotografo, abbiamo aperto uno studio dove fotografavamo con il banco ottico prevalentemente per la pubblicità, l’industria e il tessile Comasco. Poi, nel 1999, le nostre strade si sono divise ritrovandoci nel 2010 e attualmente collaboriamo sempre per foto di pubblicità, cataloghi aziendali e immagini per e-commerce”.
M.C Un ex parà, certo, ma con una sensibilità particolare senza la quale non avrebbe fatto le foto che mi mostra.
N.D Dal 19 al 22 Luglio 2001, sono stato inviato dal Corriere della Sera al G8 a Genova, dove c’era una guerriglia urbana senza pari.
Tante foto di viaggio in giro per il mondo, persone, volti, colori. Ci si deve immedesimare quasi totalmente con la realtà che si sta vivendo. Due volte, non me la sono sentita di scattare, ma un collega giornalista d’esperienza mi disse: “Il tuo lavoro è documentare, facendo o non facendo la foto non cambieresti, comunque, il corso della vita a quelle persone”.
M.C Nicola ha pubblicato fotografie e articoli per diverse riviste motociclistiche, automobilistiche e anche riviste specializzate in viaggi, ma anche reportage dal taglio giornalistico come quello sugli orfanotrofi a Chernobyl. Mi parla anche di una disavventura con uno strano esito:
N.D Viaggiavo con un amico nel deserto algerino di ritorno dalle montagne del Massiccio dell’Hoggar ed il motore della mia moto aveva deciso di lasciarmi a piedi; abbandonata la moto raggiungemmo con l’altra moto una caserma algerina nel mezzo del deserto. Li fummo la grande novità, rompemmo la monotonia di quei militari; una volta recuperata la moto, ci invitarono a cena al ristorante. Un ristorante? Nel deserto? Mah! Dieci chilometri nel deserto e arrivammo a dei pozzi petroliferi dove c’era personale Americano, Canadese e Australiano. Beh, il ristorante c’era davvero! Sebbene fosse un container il benessere era quasi totale.
Come ha scritto nel suo reportage dal titolo “Addio ultimo uomo“, l’Africa o l’ami o la odi, io, ho scelto di amarla.
E’ stato anche in Israele a Tel Aviv con un giornalista a intervistare lo scrittore Israeliano David Grossman.
Dal 2004 collabora con il giornalista Carlo Otto Brambilla di Torino, con il quale ha compiuto negli anni parecchi viaggi pubblicando servizi nei paesi dell’Est Europeo, tra cui un paese che in realtà non esiste, la Trasnistria, o come viene definita “Il buco nero d’Europa”, un pezzo di terra fra Moldavia e Ucraina, i cui confini non sono segnati sulle cartine ufficiali, comandata da un governo militare che ha preso il potere dopo il conflitto lampo nel 1992 con la Moldavia.
Ha realizzato per O.N.G i seguenti video documentari: “La casa degli Angeli” (2001 Ucraina Chernobyl), “Il Vento di Adjudeni“ (per l’Opera Don Guanella2004 Romania) “Sulle strade dell’Africa” ( 2006 Africa Burkina Faso), “Un’estate, un inverno” (per l’Opera Don Guanella Romania 2009), “L’ultimo Sole” ( per l’Opera Don Guanella 2011 Romania), ” Fratelli nella notte” (2012 Ossezia del Sud/Georgia). Per la RZD (Ferrovie Russe) ha eseguito un lavoro fotografico sulla Transiberiana attraverso la Siberia da Mosca fino a Vladivostok l’ultima fermata sull’Oceanao Pacifico. E’ stato anche in Georgia sul confine con l’Ossezia del Sud per un lavoro fotografico sui profughi della Guerra tra Ossezia e Russia nel 2008.
Nel 2008 ha realizza per l’INAIL il video documentario “Tanto non succede”, reportage d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro per il quale l’ente gli ha conferito un riconoscimento a livello Nazionale.
Nel 2013 Nicola e Carlo Otto Brambilla, sono stati selezionati nei trenta, tra fotoreporter e giornalisti, a essere accreditati da tutta Europa dalla RZD di Mosca per eseguire un reportage in Corea del Nord per la riapertura dei rapporti commerciali tra Russia e lo stato Nord Coreano.
Ha realizzato anche un servizio fotografico sulla rotta dei migranti nei Balcani a Idomeni, sul confine tra Grecia e Macedonia.
Dal 2010 collaboro per la parte fotografica con le aziende Milanesi di e-commerce le quali seguono le varie piattaforme web per le vendite on line di vari Brand della moda Italiana
E’ in progetto per giugno 2022, un viaggio in moto in solitario, da Como, fino a Magadan nell’estremo nord est della
Siberia.
Nicola De Marinis è rappresentato dall’Agenzia:
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